IVA non versata per oltre due milioni e mezzo di euro. Il legale rappresentante di Telemarket ricorre. La condanna viene confermata.
Secondo la dichiarazione annuale presentata, relativa all’anno di imposta 2010, l’IVA dovuta da Telemarket all’erario ammontava ad € 2.539.828, da versarsi entro il termine per versamento dell’acconto relativo al periodo d’imposta successivo. Il legale rappresentante, Signor F.F., provvedeva al versamento del solo acconto, sostenendo, poi, in giudizio, di essere stato impossibilitato – per cause di forza maggiore – a versare i due milioni e mezzo dovuti; di aver «dovuto preferire» il pagamento degli stipendi e salvaguardare la «continuità aziendale» dato il momento di crisi. Al momento della scadenza del termine per il pagamento dell’IVA, la società disponeva di una rimanenza di magazzino per oltre 86 milioni di euro, il cui smobilizzo avrebbe ampiamente consentito di assolvere al debito tributario. La Cassazione conferma la Condanna della Corte di Appello di Brescia (36643/2019) poiché «il ricorrente ha deliberatamente scelto di non smobilizzare, anche in parte, il magazzino pur di tutelare il patrimonio aziendale e di “salvaguardare” il futuro della società; si è trattato perciò di una decisione non coattivamente imposta, ma liberamente presa [ … ] che, come logicamente desunto dalla Corte di Appello, con il suo contegno ha dimostrato la volontà di privilegiare l’equilibrio finanziario della società a discapito dell’adempimento dell’obbligazione tributaria.». Dichiara, quindi, inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro 2.000,00 in favore della Cassa delle Ammende